Esplora le sale della meraviglia
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L’ideazione e la progettazione grafica della mappa è a cura di Manuel Casprini e Daniel Difino del corso di promozione commerciale pubblicitaria dell’Istituto Superiore Luigi Fantini di Vergato
COMMENTI
Posti incredibili Vicino a Bologna c’è un castello incantato: Rocchetta Mattei Sull’Appennino tosco-emiliano c'è un castello che sembra uscito da una fiaba
— SIVIAGGIA
Rocchetta Mattei, il castello incantato. Nel cuore dell’Appennino bolognese si trova una rocca ipnotica costruita da Cesare Mattei, il padre dell'elettromeopatia
— LA STAMPA
Rocchetta Mattei, un castello incantato nella Valle del Reno
— GREENME





L’affascinante androne d’ingresso con figure primitive alle pareti presenta un arco moresco sorretto da due telamoni neomedievali, il sinistro dal volto demoniaco e il destro umano. Esso immette nell’ampio cortile centrale, dove il visitatore può ammirare i diversi stili architettonici che caratterizzano la Rocchetta. Sopra l’arco d’ingresso, sorreggono il balconcino della Camera del Papa due mensole in pietra bianca con teste di leone, acanti e stemma, già parte dalla tomba di Giovanni da Legnano opera dei fratelli Dalle Masegne (1383). Come queste, proviene dalla Basilica di San Domenico a Bologna anche il tondo in pietra bianca con l’effige del condottiero Niccolò Ludovisi, scultura di Jacopo della Quercia (1430), montata sopra l’ingresso della Scala nobile. Al centro del cortile è l’ampia fontana, ricavata dal fonte battesimale della vicina chiesa medievale di Verzuno.
In origine concepita da Mattei come mausoleo dedicato alla Regina Vittoria, fu poi trasformata in sala da ballo dal figlio adottivo Mario Venturoli al principio del Novecento, come testimoniano l’arredo e le decorazioni in stile Liberty. La grande vetrata ovale reca l’immagine di Cesare Mattei con la sua data di nascita. La sala deriva il suo nome dal mito che l’eccentrico padrone di casa avrebbe voluto festeggiare qui i suoi novant’anni con ottantanove novantenni.
Dal vestibolo della Sala dei Novanta, si sale la scala e, oltrepassata la copia ridotta del Portale monumentale di Palazzo d’Accursio a Bologna, si accede all’iconica Cappella. Lo spazio unisce elementi arabo islamici, come gli archi ispirati a quelli della Mezquita di Cordova, con altri della tradizione architettonica medievale italiana, come il matroneo e l’abside semicircolare. La sua struttura e le decorazioni sono realizzate con materiali locali tra i quali gesso, cemento, mattoni e legno. Nelle lunette si riconoscono alcuni apostoli dipinti al principio del Novecento con una tecnica che simulava il mosaico. Anche le decorazioni del soffitto non sono lignee, ma tele dipinte che riproducono intarsi con fioroni dorati, questi ultimi invece in legno.
Usciti dalla cappella, si sale la breve scalinata sulla sinistra e si prosegue per il Giardino pensile, dove è possibile ammirare gli edifici che compongono la Rocchetta, come la torre quadrata del Conte o la circolare torre della Visione. Le balaustre in cemento dai motivi fitomorfi, che simulano il legno, accompagnano il visitatore passando sotto un architrave all’antica, fino ad una seconda posizione panoramica: la vista sulle montagne appenniniche è mozzafiato. Salendo la scala si accede poi a un’area dalle esotiche decorazioni, il cui ingresso è custodito da due leoni.
Il Cortile dei Leoni è ispirato al ben più ampio cortile dell’Alhambra di Granada. Il progetto della Rocchetta venne forse elaborato attraverso i modelli e le pubblicazioni di architetti di fama internazionale come Owen Jones che diffusero nell’ottocento l’eclettico stile moresco. Al centro, la fontana con quattro leoni è circondata da uno splendido portico ricco di stucchi, un tempo policromi. Le formelle sovrastanti gli archi vedono impressa l’immagine della torre della Visione, logo dei medicamenti Mattei, mentre al di sopra una iscrizione araba corre sui quattro lati della struttura. Le pareti sotto il portico sono infine ricoperte da piastrelle sivigliane di grande pregio.


Tornati sui propri passi si sale qualche altro scalino e voltandosi a sinistra, costeggiando la balaustra, si raggiunge una piccola sala. Questa presenta parte della decorazione a tarsie del pavimento e delle rifiniture in legno originarie, con le iniziali di Mario Venturoli Mattei al di sotto della finestra che guarda sul Cortile dei Leoni. Per tali ragioni è riconosciuta come la stanza del figlio adottivo di Mattei, il quale ereditò le proprietà e la produzione di medicamenti elettromeopatici. La finestra opposta permette una ravvicinata visione della decorazione esterna, dove, tra gli elementi architettonici arabeggianti, si alternano i simboli cristiani della croce e del pellicano.
Il corridoio presenta porte che mostrano eccellenti rifiniture lignee originali. La prima stanza sulla destra mostra una scaletta lignea che porta allo studiolo del conte. La seconda camera è invece detta sala Gialla per il colore della tappezzeria che ne riveste le pareti. Oltre alla splendida vista sulla natura circostante, questa sala conserva alcune macchine parlanti di notevole importanza della Collezione Marino Marini.
Ritornando sui propri passi, si giunge infine alla Sala rossa, chiamata così poiché secondo la tradizione i due ambienti erano divisi da una tenda rossa e forse era usata come studio di Mattei. Invero, la struttura moresca, con il soffitto caratterizzato da elementi piramidali in carta pressata, che ricordano le muqarnas arabe, gli archi lignei e l’alcova, dove oggi è collocato un Orchestrion della collezione di strumenti musicali meccanici Marini, sembrerebbero richiamare una stanza da letto. I motivi dipinti sulle pareti dell’alcova furono invece realizzati dagli scenografi dell’Enrico IV, quando la Rocchetta Mattei fu il set cinematografico del film di Marco Bellocchio, con Claudia Cardinale e Marcello Mastroianni (1984).





















